La disinformazione su omosessualità, bisessualità e transessualità viaggia sul web
In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, torna l’Osservatorio Vera Salute, promosso dalla Croce Rossa Italiana insieme all’agenzia The Fool.
Nell’edizione di maggio, l’Osservatorio online sulle Fake News in ambito sanitario ha affrontato la disinformazione sul tema dell’omosessualità, bisessualità e transessualità.
Dal 2019 al 2023, sono state oltre 50.000 conversazioni attorno alla disinformazione sul tema, con dichiarazioni pubbliche che hanno esacerbato stereotipi e pregiudizi. I picchi di disinformazione si sono verificati nel 2019, con 11.600 conversazioni, e nel 2023, con 11.500 conversazioni. Analizzando esclusivamente le Fake News provenienti dai social media, è emerso come uno dei tweet di maggiore diffusione, con più di mille commenti, 970 like e oltre 150mila visualizzazioni, sosteneva che “l’omosessualità è una malattia mentale guaribile”. Questo evidenzia come la disinformazione possa trovare vasta eco nei contesti digitali, alimentando stereotipi e preconcetti nella società.
Il report realizzato dalla Croce Rossa Italiana e da The Fool ha indagato le false notizie più comuni presenti online e sui social dal 2019 su questo tema. I falsi miti che più di frequente si trovano online sulle piattaforme social riguardano, ad esempio, l’omosessualità descritta come inesistente in natura o come una malattia che può essere curata con la terapia di conversione. L’omosessualità è stata osservata in centinaia di specie animali e non è una malattia, ma è riconosciuta come una variante naturale dell’orientamento sessuale umano dall’OMS. Un’altra fake riguarda il fatto che gli uomini gay sarebbero più propensi alla pedofilia, ma non esistono prove scientifiche a sostegno di questa asserzione. Oppure ricorre l’affermazione che le cure ormonali per i giovani transgender siano sperimentali e pericolose. La verità è che si tratta di interventi medici per trattare la disforia di genere, prescritti e attentamente monitorati da professionisti sanitari.
Tra le altre fake news rilevate dall’Osservatorio ci sono la convinzione che i bambini cresciuti da genitori LGBTQ+ vadano incontro problemi di sviluppo emotivo, psicologico o sociale; che essere omosessuali aumenti il rischio di contrarre un cancro all’ano o che la condizione transgender sia dovuta a traumi infantili.
Dall’indagine emerge la chiara necessità di un intervento educativo e informativo, anche nei confronti del personale sanitario. La formazione mirata può infatti ridurre significativamente i preconcetti impliciti anche nei professionisti della salute, migliorando così la qualità dell’assistenza sanitaria per la popolazione LGBTQ+.