Adattamento dei singoli e della comunità tra gli obiettivi della campagna Effetto Terra della Croce Rossa Italiana
Quando parliamo di acqua, oggi, non possiamo prescindere dal parlare anche del problema siccità. Un fenomeno con cui spesso ci riferiamo ad alcune aree del mondo, soprattutto Asia e Africa, ma che, negli ultimi dieci anni, stiamo osservando in maniera sempre più evidente anche nel nostro Paese. Si tratta certamente di un problema accentuato dalla crisi climatica in corso che, tuttavia, non può essere attribuito solo alla scarsità delle piogge, ma anche alla nostra capacità di conservare le risorse idriche, di non disperderle o, per meglio dire, “sprecarle”. Secondo l’ISTAT durante il periodo 2018 – 2022, ogni 100 litri di acqua immessi nel nostro sistema idrico ben 42 sono andati persi e non sono arrivati ai rubinetti delle case. L’Italia, inoltre, è il Paese che consuma più acqua d’Europa: una media di 120 – 150 metri cubi d’acqua all’anno per famiglia e un consumo medio individuale di circa 220 litri al giorno. Il nostro Paese è tra i territori con maggiori risorse idriche, eppure questa disponibilità si sta progressivamente riducendo. Secondo i dati della Fondazione Cima, stiamo vivendo un grave deficit di neve, stimato a marzo 2024 a -29% rispetto al periodo 2011-22. Il tema del risparmio idrico non può essere più ignorato e, in ottica di adattamento delle comunità e di mitigazione del fenomeno, occorre cominciare a investire su soluzioni sostenibili che consentano di risparmiare le risorse a disposizione e di utilizzarle in modo sempre più efficiente. Ognuno di noi, modificando le proprie abitudini, può fare la propria parte per il pianeta. Prendersi cura dell’ambiente significa anche avere a cuore la nostra salute e la nostra sicurezza. È proprio per questo che l’adattamento dei singoli e della comunità è tra gli obiettivi della campagna di sensibilizzazione Effetto Terra della Croce Rossa Italiana.
Spingendo lo sguardo più in là, inoltre, è indubbio che quello dell’acqua sia un tema al centro anche di grandi discussioni internazionali. Sono 3 miliardi le persone che, a livello globale, dipendono da corsi d’acqua con origine transfrontaliera e la condivisone di questa risorsa indispensabile per la vita, oggi più che mai, è causa di veri e propri conflitti tra popolazioni che vivono in aree dove le fonti idriche scarseggiano. Parliamo del cosiddetto fenomeno del water grabbing, letteralmente “accaparramento di acqua”, per cui diverse realtà, sia pubbliche sia private, si adoperano per deviare o mantenere il controllo di questa risorsa, anche a discapito delle popolazioni limitrofe. Secondo le Nazioni Unite, gli accordi attivi per l’uso condiviso dell’acqua a livello mondiale attualmente coinvolgono solo 24 Paesi. Ecco perché il messaggio promosso quest’anno, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, è “Water for Peace” con l’obiettivo di evidenziare i benefici che possono derivare da una diversa gestione dell’acqua attraverso efficaci strumenti di cooperazione. Scarsa quantità a disposizione e qualità dell’acqua scadente portano, in molti casi, a una drastica diminuzione della sicurezza alimentare aggravando il quadro sanitario già critico di alcune aree del mondo. Le attività e gli accordi proposti dalle Nazioni Unite, in questo senso, mirano proprio a costruire armonia e collaborazione tra i popoli affinché l’acqua non sia una risorsa per cui competere, ma un diritto per ogni essere umano.